Vegetali psicadelici per unicorni golosi.

Insieme al suo compagno di merende Signor Gennaio, il Conte Settembre è pure lui un mese di buoni propositi. Il mio? Decidere di alimentarsi sono di vegetali, niente carne, niente pesce (avete mai visto alberi di trote?), praticamente niente. Bugia, ormai sono passati tre mesi e ancora non mi è mai capitato di riempirmi il pancino di muschi e licheni. E devo ammettere a me stessa che sono stata davvero stoica, ho resistito quando mi hanno passato i nuggets sotto le narici, ho sorriso quando mi mandavano le foto dei loro succulenti filetti e anche quando mi rendevano partecipe dell’hamburger che avrebbero ingurgitato inviandomi i menù. Coerente e perseverante. Anche se ultimante, con tanto di natale alle porte, costine sotto l’albero e fiocchi di bistecche che vengon giù dal ciel, ho iniziato a vacillare. Ho iniziato a pensare al 25, alle mie zanne, alle lasagne… a sentirne i profumi… gli odori, quel friccicore del ragù che bolle in pentola per ore, giorni, mesi, anni… poi però –  e non ditemi che non credete nel karma – sono arrivate loro!

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E la mia testardaggine si è immediatamente ringalluzzita. Il kit di verdure psicadeliche è quanto mai di più bello potessi desiderare: zucchine gialle, pomodori tigrati, carote viola. Nuova vita al mio esser veggie-oriented! Nuovo entusiasmo per resistere a qualsiasi tentazione carnale.

E poi non vi sembrano tanto il cibo preferito degli unicorni?!

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Non chiamatela bistecca.

Perché? Semplicemente perché non lo è. E’ un surrogato a base di glutine di frumento e legumi e si chiama Muscolo di Grano (mai la parola muscolo fu usata in maniera più pertinente). Il sito – ho provato a cercarlo ovunque per scoprire che puoi comprarlo solo online – è www.muscolodigrano.it e recita più o meno così: Muscolo di grano, una vera evoluzione nel campo alimentare!  E poi parte tutto il bla bla bla che spiega perché dovresti mangiarlo. Cito testualmente dal sito. Perche’ ha un valore nutrizionale simile alla carne, ma è totalmente vegetale; è ideale quindi per chi desidera avere un alimentazione sana gustosa e nutriente, ma  con tutti i sapori della cucina mediterranea; il frumento e i legumi sono gli ingredienti di base e rendono il muscolo di grano più completo di seitan, soia e tofu, ma soprattutto è un valido sostituto per chi decide di limitare o abolire dalla propria alimentazione  il consumo di carne e pesce, seguendo un alimentazione priva di grassi e colesterolo.

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E fin qui ci siamo. Ora, a parte il fatto che continuo a non capire perché si ostinino a chiamare questi nuovi prodotti facendo riferimento a un sistema preesistente di riferimento: bistecche, fiorentine, hamburger. Ma insomma dico io, state proponendo un nuovo modo di mangiare e non fate lo sforzo di trovare un nuovo modo per chiamare questi cibi? Assurdo! Assurdo perché A passano per quelli senza fantasia, e sappiamo tutti quanto la fantasia sia importante in cucina, e poi perché creano false aspettative (questo è il punto B e sintetizza un più onomatopeico e scazzato Bah…).

foto 3Visto nudo è piuttosto impressionante, che dite?

Pensate di aver ordinato la fiorentina di muscolo di grano. Immaginate il momento del suo arrivo, un po’ trionfale anche. Ecco, adesso la buttate sulla griglia rovente a scottare e poi nel piatto, magari circondata da succulente patate a spicchi. Bene, cosa vi aspettate da primo taglio? Sangue che cola, tenerezza assoluta. E invece? E invece niente, la fiorentina non vi arriverà con una bustina di sangue finto e nemmeno sarà tenera come il burro. Se c’è qualcosa che la fiorentina di muscolo di grano condivide con una fiorentina vera, una di quelle che ci si sbafa a Siena, è l’altezza del taglio. E basta! E quindi? Chi la farà da padrona? La delusione, ovviamente!

Potrei fare altri mille esempi altrettanto deludenti. Vedi la Sacher Torte Vegana. Buona per carità, anche se un po’ gnucca, ma perché non avete fatto uno sforzino in più e non l’avete battezzata mattonella cioccolatosa? Idem per la maionese vegan. Spacca, è deliziosa, morbida, te ne mangeresti a tonnellate e la chiamate maionese? Perché non nuvola di sofficità estrema? Va be’ potremmo parlarne per ore, e anche se ora butteremo il cuore oltre l’ostacolo per proseguire con questo articolo, resta il fatto che questi signori dovrebbero far lavorare un po’ di più i copywriter e inventare dei nomi nuovi di zecca per i loro prodotti nuovi di zecca!

Comunque, grazie al mio amico Alfredo (ovvero colui che mi ha ispirato gli esperimenti Saitanici) anche io ho avuto l’onore di assaggiare il mio muscolo di grano. Ogni volta che ci penso, non ad Alfredo ma al muscolo di grano, mi vengono in mente interi campi intenti a fare flessioni, tutti sudati, con le spighe dotate di fascette di spugna per il sudore… hihihihi… ma questi sono problemi che riguardano me e le mie allucinazioni. Dicevo, comunque grazie al mio amico Alfredo l’ho assaggiato. E cucinato così: muscolo tagliato a striscioline, zucchine, porro, zenzero come non ci fosse un domani, semi di sesamo nero e semi di chia.

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Risultato? Ottimo direi – ok non erano striscioline ma pezzettoni – e sicuramente da ripetere (per forza ho altre due bisteccone giganti ad attendermi nel frigo!) Se qualcuno volesse provare, si faccia avanti con una certa rapidità!

Casa di tufo o casa di tofu?

Dopo i riti Seitanici, mettiamo in cantiere il tofu. Insapore, incolore, invitante come cavalcare un riccio, ma indispensabile per variare l’alimentazione di una vegana in progress. E fin qui siamo alle fondamenta. Ora però c’è da costruire la cena. Ciabattine antinfortunistiche e casco da chef e… all’opera!

Quindi, per iniziare ho tagliato il tofu in tanti mattoncini e li ho messi a marinare nella salsa di soia (0,5 l = € 1,80 dai cinesi). Nel frattempo ho trasformato due zucchine in perfette tegole tutte della stessa dimensione e le ho messe a cuocere per 15 minuti in una pentola con un filo d’olio, uno scalogno precedentemente imbiondito, un po’ di gommasio – che contrariamente a quanto si pensi non cancella i sapori ma li dà – e un pizzico di curcuma (adoro il giallo, lo so è uno dei miei peggiori difetti).

Allo scadere del tempo ho aggiunto i mattonicini e ho fatto saltare il tutto (non dalla gioia) per altri due minuti. Poi, finalmente, mi sono auto-servita scegliendo un bel piatto: non buonissimo, ma non troppo male.

E comunque, anche se è vero che con questa ricetta non ho raggiunto il tetto del mondo del gusto, almeno… non ho cenato col tufo.Immagine

Riti Seitanici

Se 666 è il numero del diavolo, 351 è quello del prezzo del seitan all’Esselunga. Altrettanto diabolico direi, soprattutto considerando che si parla di 240 grammi. Ma può una personcina come me, che ha scelto di non nutrirsi di animali preferendo altre forme di sostentamento meno crudeli, avere un karma economico così avverso?  “Belzebù!”, o come diceva la mia bisnonna Elena “Corpo del Bao!”, evidentemente sì. Allora che fare? Rinunciare anche all’ultima bistecca – seppur di glutine di grano – che mi dà ancora la parvenza di essere normale? Sia mai!

Scatta così la decisione dell’hand made, seguita ovviamente dalla presa in visione di diversi blog vegani, siti internet con intenti vegani, riviste anti-crudeltà e libri verdurosi e vegani, a caccia, o meglio, alla ricerca (è più vegano) della ricetta perfetta. Eccola! Ed è più semplice del previsto: 1 chilo di farina di manitoba, 750 ml di acqua del sindaco in carica, alga kombu, salsa di soia e spezie a scelta libera. Tutti qui? Certo, se poi ci aggiungi 1 ora per rendere l’impasto elastico, 20 minuti per lavarlo e trasformarlo in una cosa spugnosissima, 5 ore di riposo nel frigo a marinare, 1 ora di cottura nel brodo vegetale – questo l’avevo omesso, era al limite della semplicità – e 2 giorni (giorni non ore, giorni) di stazionamento nel frigorifere va da sé che il detto “è più semplice a dirsi che a farsi” deve avere un fondo di verità.

Ovviamente, la fase “si mangia” è obbligatoriamente preceduta da un invito formale ad amici con tendenze vegetariane, reciproche fidanzate più fanaticamente orientate al vegan e da una curiosità al limite dell’ossessione per quel meraviglioso frugoletto che giace, tranquillo e beato, al secondo piano del mio frigo. Incredibile come un piccolo frugoletto indifeso senza nessuna origine animale abbia il poter di risvegliare l’istinto materno che c’è in me. Comunque, passando oltre ad un’affezione che non è altro che un profondo egocentrismo camuffato con cappello da chef, sono bastati 5 minuti di pentola per trasformare il più nobile dei sentimenti in voracità.

Sarà stat la fame da lupi, ma lo abbiamo proprio divorato come bestie! Hai capito l’arrostino di seitan il diabolico effetto che fa?!

Postilla: I commenti sono qui riportati in ordine sparso. Buonissimo/da baciarsi i gomiti/buono come quello di Clorofilla/devi insegnarmi come si fa! Magari la prossima volta eh, per ora faccio una capatina all’Esselunga.

Esperimento arrostino di seitan: riuscito!

Esperimento arrostino di seitan: riuscito!