Tutto è già pronto da giorni. Le vetrine dei negozi brulicano di cuoricini (anche le panetterie li hanno conficcati nelle chiacchiere!), i fioristi sbucano eccitati da mazzi di enormi rose a gambo lungo corto medio, i cioccolatini a forma di cuore hanno invaso ogni angolo della città e c’è rosso dappertutto neanche fossimo la Russia di Stalin. Ecco questo è, a più o meno dieci d’anticipo, lo scenario di San Valentino 2014 a Milano. Se poi consideriamo che, come pubblicitaria, San Valentino mi perseguita già da qualche tempo – ma l’amore no – posso affermare con placida rassegnazione che il 14 febbraio mi ha già polverizzato le tube di falloppio. Non posso esimermi dal vivere, e di conseguenza dall’essere quotidianamente circondata da miliardi di cuoricini (in cerca d’infarto!!!), ma posso almeno scegliere di votarmi ad altri interessi. Quindi, sfinita da ore e ore al cardiopalma, recupero ciò che rimane delle mie sinapsi (credo che si siano malate di diabete, troppa dolcezza nell’aria) e mi fiondo in rete a caccia di oggetti, pensieri, cose, case che non abbiano nulla a che fare con il mieloso romanticismo che sento comunque appiccicato addosso.
Mi affaccio su un video di leoni > Si stanno facendo vicendevolmente le coccole. Traditori della vostra feroce natura! Punto allora sicura su uno dei miei siti preferiti, musa di tanti articoli di questo blog, e cosa trovo? Rosso, rosso, rosso e ancora rosso. Ma allora volete il mio sangue? Be’ sapete che c’è, tu, San Valentino dei miei stivali e compagnia bella, andatevene un po’ a… io, troverò una via d’uscita, pensieri zuccherini, cuori palpitanti, farfalline svolazzanti, non mi avrete mai (mi avete già avuto e m’avete fottuto già, fuck!).
Anzi, farò di più, userò subdolamente proprio uno dei tanti gadget sanvalentiniani per mettere una bella lapide con tanto di parola “fine” scolpita sopra su tutta questa faccenda. Rullo di tamburi. Il complice prescelto è una delle cose più stucchevoli, amorevoli, intime, e bla bla bla che Cupido avesse mai potuto inventare.
Ovviamente Cupido è un genio del marketing che lavora in Barilla.
Bene, siamo davanti a una delle cose più irrispettose nei confronti dei single che mente umana abbia potuto concepire (lo abbiamo già detto ma di fronte a questo tipo di terrorismo è giusto indignarsi): gli spaghetti dell’amore. Allora, cerchiamo di immaginarci la scenetta: lui all’estremità del tavolo, lei all’altra, lo spaghettone chilometrico nelle fauci d’entrambi e il rumore del risucchio contemporaneo da volta stomaco. Neanche a dirlo non c’è il sugo, almeno questo la fantasia me lo ha risparmiato.
Ma torniamo a noi e a quanto male faccia al cuore solitario lo spaghettone dell’amore, tanto male che… Messaggio personale per Zucchero Sugar Fornaciari: non ti ci mettere anche tu con quel ricordo del concerto di una vita fa, che tanto è così lontana che non sembra neanche più la mia. E poi tu non sei a Cuba? Lascia stare la mia memoria a lungo termine che sembra una persecuzione e pensa a Fidel!
Ok, adesso che anche Sugar è al suo posto, sentite bene che piano diabolico ho congegnato nella mia testolina. Allora, lo spaghetto è abbastanza lungo per diventare una corda, è abbastanza flessibile per trasformarsi in un cappio (l’immagine sotto lo dimostra e in senso lato insinua anche che l’amore è una cosa che se non t’uccide quanto meno ti strozza), e il pack può essere usato al posto della sedia.
Il giorno è deciso: 14 febbraio 2014. L’eco dei due numeri uguali ha anche un non so che di affascinante per morire. Comunque, tornando seri per un attimo, ovviamente non ho in mente gesti folli, sia mai che qualcuno si preoccupi e dia vita ad una task force anti-suicidio di cuore. Massimo massimo mi limiterò a far esalare l’ultimo respiro a Roger, il dildo a forma di coniglio che dorme sopito nei miei cassetti, solo perché l’ho battezzato con un nome da uomo, e quindi possibile innamorato, fidanzato, marito… omioddio!
Ma probabilmente risparmierò anche lui, quando mi guarda con quelle sue belle orecchiette non posso proprio dirgli di no, è troppo tenero! A conti fatti quindi non mi toglierò dalle spese, non impiccherò Roger perché parlo parlo ma alla fine niente niente, non lancerò un missile intelligente sulla casa di chi si io, non farò nulla di pazzo e folle (tipo rubare un cuore in attesa di trapianto!), non manderò bacini a destra a e a manca facendo gli auguri alle mie amiche. E non starò neanche a casa a rosicare ingolfandomi di cioccolatini a forma di cuore, no!
Ho in mente grandi piani alternativi invece per il mio “San Valentino Impiccati”. Quali? Rivelarmi un segreto fin ora taciuto, e dirmi finalmente – e sentitamente – “Giorgina io ti amo”!