Il mio smartphone non è un pollo.

Avete mai sentito l’espressione “ci manca solo che faccia il caffè…”?! Be’ ancora non ci siamo nel vero senso della parola, ma – evidentemente – poco ci manca. Se vi chiedete di cosa stiamo parlando la prima risposta è di smartphone (il titolo del post non è proprio fatto ad cazzum), la secondo, obbligatoria, di questa marchingegno nato sicuramente dalle narici malate di qualche adepto de Il Profumo di Suskind.
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Ebbene sì, un diffusore di essenze da appiccicare al proprio telefono per sentire il nostro aroma preferito ogni volta che ci và.
Vuoi prendere sonno e dormire come un bambino? Sparati una nuvoletta di lavanda prima di andare a nanna!
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Vuoi creare un’atmosfera romantica ma hai comprato le rose dal cingalese e quindi non sanno di nulla ma tu al primo appuntamento non vuoi fare una figura di merda? Bene, quando lei avvicina il naso al mazzo (mazzo mazzo non una, mazzo), “puff”, tu vaporizzi l’aroma di rosa!
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E vogliamo parlare delle prime ore della giornata quando la voglia di caffè impera ma tu – dopo averne già trangugiati almeno tre – hai già un mezzo infarto in corso, una forte tachicardia in atto e la tremarella da parkinsoniana? Basta tazzine, basta capsule, basta! perché basterà uno sniff per soppiantare la vecchia e cara tazzina!
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Sul gusto fragola, che pure c’è, non mi esprimo perché davvero non riesco ad immaginare altro utilizzo che quello del signor Caprotti di Esselunga: conquisti un punto fragola? Puff! Gratificazione odorosa immediata!

Detto questo, immagino che tra di voi, più d’uno non veda l’ora di comprarlo. Potete farlo a questo link:
http://www.firebox.com/product/6762/Scentee-Smartphone-Aroma-Diffuser?via=whatsnew

Quindi segnatevi il link e aprite portafoglio e narici. Nel giro di una settimana il diffusore delle vostre essenze preferite potrebbe essere vostro. Manca però di fare una piccola considerazione sull’aroma rosmarino perché, effettivamente l’idea che il mio smartphone si trasformi in una sorta di pollo non mi affascina neanche un po’, ma… evidentemente a qualcuno piace caldo!
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Comunque, in fondo, l’idea di procurarselo non è poi neanche troppo male, no?!. Vediamo perché. Prima di tutto perché permette di associare un aroma specifico all’arrivo di mail, sms e notifiche varie e quindi di eliminare un po’ di quei fastidiosi suoni – bling, boing, ciuf, bang, squit – che ci friggono le trombe d’eustachio prima e il cervello poi. Poi perché, in effetti, ci sono una serie di situazioni in cui averlo potrebbe fare la differenza. Quali?

– Siete andati in bagno a casa di amici o persone che potrebbero diventarlo. Avete fatto qualcosa di più solido della pipì e decisamente più odoroso. Vi guardate attorno e scoprite che A) il bagno è cieco, B) non c’è ombra di deodorante né per ambienti né per ascelle.
Cosa fare allora per evitare che la vostra opera venga annoverata nei ricordi per moooolto tempo? Semplice, estrai il telefono, schiacci un tasto e “puff” la dignità del tuo intestino crasso è immediatamente salva!

– Siete tra la folla, tipo situazione concerto. Attorno a voi fumano le canne e va be’ il passivo non ha mai fatto male a nessuno. Però il rockettaro che vi si è piazzato davanti non solo non cambia i pantaloni di pelle da anni, ma evidentemente a pranzo ha mangiato pane e cipolle condite con curry e aglio.
Che fare, subirsi un concerto con il conato di vomito o spruzzare un po’ del tuo aroma preferito facendo magari la figura del fighetto (ma meglio fighetto che impiastrato di vomito) ma chissené?

– Il vostro animale domestico è schiattato ma non è ancora tempo di separarsene. State pensando se farlo imbalsamare modello Scrubs ma non ne siete troppo convinti, alla fine in casa manca spazio anche per voi. I giorni passano, lui inizia a emanare un cattivo odore di cadavere. Che fare quindi? Farlo cremare? Seppellire al cimitero dei cani? O… azionare il vostro emetti essenza e prendersi ancora qualche ora per riflettere?
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Rifletteteci amici, rifletteteci.

Coltiva la tua Clitoria

L’amore non è certo un sentimento che si possa comprare al supermercato, quello vero va coltivato naturalmente, giorno dopo giorno. Come il piacere. Fortunatamente la rete offre il prodotto giusto anche per questo: si chiama Coltiva la tua Clitoria, ed è un kit che contiene tutto il necessario per piantare il virile seme dell’amore e vederlo crescere e fiorire.  Una sorta di parto botanico insomma.

Comunque, oltre alla nota somiglianza della specie floreale chiamata Clitoria con il clitoride umano, e ad una prima considerazione di assoluta inutilità di un prodotto di questo tipo (chissà se lo vendono da Viridea?), bisogna ammettere però che dietro a tutto questo vive un concetto davvero interessante. Tanto brillante quanto sconosciuto (ops, nota polemica!). Si legge, infatti, sulla confezione che Clitoria è un fiore ad altissima sensibilità, e in quanto tale richiede attenzioni speciali. 

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Vero, anzi verissimo. E qui scatta la sinapsi. Anche un po’ arrapata, ma questo perché adoro i giardini botanici in generale e le piante in particolare.

Ma andiamo avanti. Considerato che molti uomini ‘evidentemente’ non hanno in mente nessuna reminiscenza botanica, il kit in questione potrebbe diventare un alleato fondamentale per far capire loro – senza essere troppo esplicite – quanto quel fiorellino esotico (neanche troppo nascosto nel giardino delle mutandine), sia speciale e potenzialmente capace di regalare grandi soddisfazioni.

Non ti servirà più sussurrargli all’orecchio che lì, sì proprio lì, si concentrano 8.000 terminazioni nervose; non dovrai più afferrargli il polso per avvicinare di forza la mano al tuo piacere; non avrai più bisogno di approcciare frustrata l’antica arte del fai-da-te mentre lui fa tutt’altro, NO! Da oggi, dopo l’oblio clitorideo dell’ultimo amplesso, ti basterà lasciargli sul comodino questa piccola scatolina di carta riciclata (p.s. fate un check sul suo inglese prima).

Memorandum, Minaccia, Minchia non ce la puoi fare: qualsiasi sia la natura dell’intenzione che sta dietro a questo simpatico cadeaux, sappiate che un po’ di erotico egoismo non ha fatto mai male a nessuna. Anzi, semmai il contrario.

La sua reazione? E chi se ne importa, tanto quando si sveglierà tu sarai già lontana!

Ovviamente il discorso cambia se sei sgattaiolata fuori dal letto di un partner più o meno fisso (anzi meglio, di uno che comunque sai che rivedrai sotto le lenzuola), o di uno che non rivedrai mai più se non per avversi piani del destino. Nel primo caso, i 12 euro e 19 centesimi (senza tener conto della spedizione) che avete versato per l’acquisto di Clitoria sarebbero ben spesi, nell’altro le cose si fanno leggermente più complesse. La domanda di partenza è: “perché spendere 12,19 euro per un perfetto sconosciuto (riflette sia sul termine perfetto sia su sconosciuto)?

_Mettete una crocetta a fianco della risposta corretta._

a) Perché credo che ogni clitoride femminile meriti le giuste attenzioni a prescindere dalla sua proprietaria.

b) Perché credo che sia importante colpirne uno per educarne cento.

c) Perché credo che salvare l’uomo dalle tenebre dell’ignoranza si trasformerà in buon karma.

d) Perché l’aperitivo che mi ha offerto costava 10 euro e io ne ho spesi 2 di biglietto ATM.

Adesso andate a leggere il vostro profilo su… scherzo!

Personalmente le trovo tutte plausibili, ma se ce n’è una che mi piace più delle altre è la prima perché tratta il piacere femminile in modo condiviso. Il piacere femminile è un diritto di tutte, nessuna esclusa. Dovrebbe essere difeso dalla Costituzione!  Ma se una legge in questo senso non c’è, allora bisogna fare come già tante donne hanno fatto prima di noi: attivare un circolo di mutuo soccorso, del sesso questa volta.

Così, magari non ne gioverai tu stessa che hai sborsato 12 euro, ma arriverà qualcuna dopo di te che potrà godere della fortuna del tuo passaggio. E ti ringrazierà, eccome se ti ringrazierà. Quindi, lasciate stare gli avi nonesi o genovesi, mettete mano al portafoglio e lanciate al vento il seme del piacere con la D maiuscola. 

Magari anche voi, senza saperlo, un giorno godrete della gentilezza di qualche signorina che ha calcato quel letto prima di voi.

Amore… impiccati!

Tutto è già pronto da giorni. Le vetrine dei negozi brulicano di cuoricini (anche le panetterie li hanno conficcati nelle chiacchiere!), i fioristi sbucano eccitati da mazzi di enormi rose a gambo lungo corto medio, i cioccolatini a forma di cuore hanno invaso ogni angolo della città e c’è rosso dappertutto neanche fossimo la Russia di Stalin. Ecco questo è, a più o meno dieci d’anticipo, lo scenario di San Valentino 2014 a Milano. Se poi consideriamo che, come pubblicitaria, San Valentino mi perseguita già da qualche tempo – ma l’amore no – posso affermare con placida rassegnazione che il 14 febbraio mi ha già polverizzato le tube di falloppio. Non posso esimermi dal vivere, e di conseguenza dall’essere quotidianamente circondata da miliardi di cuoricini (in cerca d’infarto!!!), ma posso almeno scegliere di votarmi ad altri interessi. Quindi, sfinita da ore e ore al cardiopalma, recupero ciò che rimane delle mie sinapsi (credo che si siano malate di diabete, troppa dolcezza nell’aria) e mi fiondo in rete a caccia di oggetti, pensieri, cose, case che non abbiano nulla a che fare con il mieloso romanticismo che sento comunque appiccicato addosso.

Mi affaccio su un video di leoni > Si stanno facendo vicendevolmente le coccole. Traditori della vostra feroce natura! Punto allora sicura su uno dei miei siti preferiti, musa di tanti articoli di questo blog, e cosa trovo? Rosso, rosso, rosso e ancora rosso. Ma allora volete il mio sangue? Be’ sapete che c’è, tu, San Valentino dei miei stivali e compagnia bella, andatevene un po’ a… io, troverò una via d’uscita, pensieri zuccherini, cuori palpitanti, farfalline svolazzanti, non mi avrete mai (mi avete già avuto e m’avete fottuto già, fuck!).

Anzi, farò di più, userò subdolamente proprio uno dei tanti gadget sanvalentiniani per mettere una bella lapide con tanto di parola “fine” scolpita sopra su tutta questa faccenda. Rullo di tamburi. Il complice prescelto è una delle cose più stucchevoli, amorevoli, intime, e bla bla bla che Cupido avesse mai potuto inventare.

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Ovviamente Cupido è un genio del marketing che lavora in Barilla. 

Bene, siamo davanti a una delle cose più irrispettose nei confronti dei single che mente umana abbia potuto concepire (lo abbiamo già detto ma di fronte a questo tipo di terrorismo è giusto indignarsi): gli spaghetti dell’amore. Allora, cerchiamo di immaginarci la scenetta: lui all’estremità del tavolo, lei all’altra, lo spaghettone chilometrico nelle fauci d’entrambi e il rumore del risucchio contemporaneo da volta stomaco. Neanche a dirlo non c’è il sugo, almeno questo la fantasia me lo ha risparmiato.

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Ma torniamo a noi e a quanto male faccia al cuore solitario lo spaghettone dell’amore, tanto male che… Messaggio personale per Zucchero Sugar Fornaciari: non ti ci mettere anche tu con quel ricordo del concerto di una vita fa, che tanto è così lontana che non sembra neanche più la mia. E poi tu non sei a Cuba? Lascia stare la mia memoria a lungo termine che sembra una persecuzione e pensa a Fidel!

Ok, adesso che anche Sugar è al suo posto, sentite bene che piano diabolico ho congegnato nella mia testolina. Allora, lo spaghetto è abbastanza lungo per diventare una corda, è abbastanza flessibile per trasformarsi in un cappio (l’immagine sotto lo dimostra e in senso lato insinua anche che l’amore è una cosa che se non t’uccide quanto meno ti strozza), e il pack può essere usato al posto della sedia.

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Il giorno è deciso: 14 febbraio 2014. L’eco dei due numeri uguali ha anche un non so che di affascinante per morire. Comunque, tornando seri per un attimo, ovviamente non ho in mente gesti folli, sia mai che qualcuno si preoccupi e dia vita ad una task force anti-suicidio di cuore. Massimo massimo mi limiterò a far esalare l’ultimo respiro a Roger, il dildo a forma di coniglio che dorme sopito nei miei cassetti, solo perché l’ho battezzato con un nome da uomo, e quindi possibile innamorato, fidanzato, marito… omioddio!

Ma probabilmente risparmierò anche lui, quando mi guarda con quelle sue belle orecchiette non posso proprio dirgli di no, è troppo tenero! A conti fatti quindi non mi toglierò dalle spese, non impiccherò Roger perché parlo parlo ma alla fine niente niente, non lancerò un missile intelligente sulla casa di chi si io, non farò nulla di pazzo e folle (tipo rubare un cuore in attesa di trapianto!), non manderò bacini a destra a e a manca facendo gli auguri alle mie amiche. E non starò neanche a casa a rosicare ingolfandomi di cioccolatini a forma di cuore, no!

Ho in mente grandi piani alternativi invece per il mio “San Valentino Impiccati”. Quali? Rivelarmi un segreto fin ora taciuto, e dirmi finalmente – e sentitamente – “Giorgina io ti amo”!