La vita è un panda.

Già, la vita è un panda. Ma non intesa come vita in bianco e nero, no. Ormai se c’è una cosa che ho capito è che ci sono infinite –  e non solo 50- sfumature di grigio. E mentre lo dico non penso neanche all’amico delle affinità elettive Goethe che diceva che i colori sono il dolori della luce, sappiatelo. La riflessione nasce invece da due cose ben diverse. La prima, e chi mi conosce anche solo un pochino lo sa, io adoro i panda. E questo nonostante il brutto scherzo che il panda gigante dello zoo di Edimburgo mi ha giocato non facendosi vedere neanche per un secondo dopo che mi ero fatta sotto il sole cocente tre ore di fila (l’unico giorno in cui in Scozia splendeva il sole per di più). So come si dice panda in cinese panda – ‎熊猫 (Xióngmāo) e so anche che se pronunci la parola in modo diverso in realtà dici “pelo di petto”. Insomma, avrete capito ormai tutti che sono non solo un’amante, ma un’esperta di panda. So che hanno la digestione lenta e che per questo tutti pensano che  siano pigri quando in realtà non sono, stanno solo digerendo le tonnellate di freschissimo bamboo di cui si nutrono ogni giorno. Ma torniamo alla vita e prendiamo in considerazione la seconda questione. Come al solito – non è vero è un po’ che non mi prendo il tempo per aggirarmi in rete a caccia di sciocchezzuole – sono sul mio sito musa ispiratrice per molti degli articoli che trovate qui e cosa ti trovo? La vita.

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O almeno, alcune delle cose di cui dotarsi per vivere appieno e felicemente la vita: equilibrio e pazienza. Nella giusta misura, come fosse una ricetta. Il gioco è semplice, o almeno, lo è nelle intenzioni: prendi un panda con le bacchette (la mia amica Virgina a questo gioco non potrebbe mai prendere parte, al risto cinese chiede la forchetta – ma non se ne vanta), lo posizioni dove meglio credi e poi continui a mettere panda su panda. Qualcuno casca portandosi appresso tutti gli altri amici panda e tu devi ricominciare da capo. Con pazienza. Molta pazienza. E in fondo non credete che la vita sia così? Secondo me, finché non comprendi profondamente una cosa, la vita un po’ beffarda di mette davanti, ciclicamente (non a caso c’è una ruota) te la rimette davanti. Riprova, sarai più fortunato! O meglio, più maturo per affrontarla e imparare finalmente quello che ti serve a progredire. Non hai imparato neanche questa volta? Beh, avrai un’altra occasione, o dieci o cento, ma da questa vita non te ne andrai finché quella specifica cosa non ti sarà chiara. Ma passiamo ad un altro panda. Dicevamo, pazienza! Mia nonna l’ha sempre considerata la vera forza di una persona. Pazienza che non è rassegnazione, è aspettare che anche l’altro capisca, che anche la vita prenda la giusta piega. In fondo questo panda game è un giardinetto zen con un crescente livello di difficoltà. Immagine 2E poi, suvvia, non è che siano sfere rotolanti, no?
Ti arrabbi perché cade? Pensa invece alla gioia di chi ha visto cadere i muri e ricomincia (Berlino non è poi così lontana)!
Perché se cadi sette e ti rialzi otto hai comunque vinto tu!
E se Vasco diceva che la vita è tutta un equilibrio sopra la follia, io dico invece che al massimo la vita è tutta un equilibrio sopra i panda. Che, come affermazione, mi sembra anche più fica insomma. Per un attimo mi è venuta in mente pure la Simona Ventura che a Miss Italia augurava a tutte le ragazze eliminate “Buona Vita” dire invece BUON PANDA. Non sarebbe stato magnifico, stupendo, supergalattico?
Beh, visto che non lo ha fatto lei, visto che non mi chiamo Simona e vinto che per me Ventura è solo ACE ci penso io ad augurarvi BUON PANDA! E ricordate, non si raggiunge l’equilibrio senza pazienza!

E per chi non lo avesse ancora visto (praticamente impossibile, ma…): http://www.youtube.com/watch?v=AWtBDKCuhO0